2100: narrare o affogare (hai presente Martin Eden?) - di Giovanni Canadè
La mappa che vedete nella locandina è stata realizzata dall'artista Martin Vargic alias Jay Simons, che immagina, proiezioni alla mano, l'Italia del 2100; un territorio, ma non solo quello italiano, in cui i cambiamenti climatici, tra cui l'innalzamento dei mari, hanno profondamente modificato i contorni di tutti i territori.
Si riduce la terra calpestabile, aumenta l'acqua (salata), e la popolazione si sarà inevitabilmente ridotta.
Certo, questo non ci porterà all'estinzione: la nostra specie parassitaria riuscirà a sopravvivere anche tra le macerie. D'altronde andiamo avanti così da sempre, sopravviviamo sulle rovine delle nostre distruzioni, sulle ceneri delle nostre ossa.
E cosa dovremmo fare nell'attesa di questa distruzione? Dovremmo suicidarci? Scopare? Drogarci? Leggere e/o scrivere?
Personalmente, non fossi un codardo militante, sceglierei la prima opzione. La seconda la eviterei (il sesso è sopravvalutato, stanca e porta malattie, fisiche e mentali, tra i quali l'amore); la terza posso accettarla, ma solo declinandola nel senso, molto banale, della lettura come una droga. Per quanto banale, non possiamo farne a meno, è così.
Non possiamo fingere che non ci interessino le storie: abbiamo una necessità fisiologica (o biologica?) di inventare, progettare; costruirci una scala fatta da pioli di frasi che ci portino fino al cielo. O fino all'inferno.
Non importa quanto solidi siano questi pioli, quanta cura ci mettiamo nella loro costruzione, tenuti con lo sputo o solidi come un romanzo uscito da una scuola di scrittura alla moda. Ciò che importa è salire (o scendere).
Ciò che importa è non farsi bastare questo schifo di vita puttana che ci accoltella ai fianchi.
Salite e scendete da soli o in compagnia, chi se ne fotte. Ognuno faccia come vuole. Ma quello che facciamo, donando la nostra vita alla lettura e alla scrittura compulsiva, è fuggire da questa realtà, mettetevelo in testa
Meglio finire annegati nelle nuove acque future, piuttosto che continuare a calcare una terra secca che potrà solo decomporre i nostri organismi.
Decidete: scrivere o annegare?
(c) 2023 Giovanni Canadè
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